Il bello di una leggenda, di un mito, è il fatto che nessuno riuscirà mai a scoprire se dietro la storia vi sia anche un fondamento di verità.
Le storie ci aiutano a crescere, ci insegnano sempre qualcosa di nuovo e spesso ci donano anche speranza.
E chissà quante persone in passato hanno trovato la speranza nella leggenda della Mata Capina.
Qualcuno disse di averla vista per davvero, qualcuno che si trattasse di una sua lontana parente.
Alcuni di lei dicevano che fosse una strega, altri un giganti, altri ancora solo una vecchia pazza.
Una leggenda curiosa, quella della Mata Capina, che ci racconta di una donna enorme, vestita di stracci, che si aggira per la città trascinandosi dietro un vecchio carro pieno di vecchi oggetti metallici.
Ogni notte, ma solo con il chiaro di luna, la Mata Capina si aggira per le vie di Monza raccattando ferraglia e cianfrusaglie sul suo carro di legno. Difficile scorgerla nonostante le dimensioni, perché sa come non farsi notare e prima che sorga il sole si è già rintanata di nuovo nella sua tana, al sicuro tra i secolari alberi del Parco.
Proprio lì, nascosta nella zona del Bosco Bello, in una grotta o tra le fronde dei rami, la Mata Capina ascolta il rumore delle foglie e la voce delle piante per trasformare la loro saggezza in potenti rimedi medicinali. E allora, chissà quante persone in passato hanno ascoltato la storia della Mata Capina e l’hanno cercata tra fango e foglie secche sperando che arrivasse a curare i loro malanni.
Oggi Bosco Bello è stato in parte distrutto per far spazio all’autodromo, e magari la Mata Capina è scomparsa con esso. Altri però dicono che si sia solo nascosta più in profondità.
La tradizione dice che questa vecchia strega e alchimista emerga ancora oggi dai meandri del parco per ascoltare le preghiere dei monzesi e, nella notte, somministrare ai malati i suoi magici rimedi.
Per vederla, insieme a tutte le altre magiche e leggendarie creature che abitano il parco, bisognerà aspettare la prossima notte di luna piena. Poi non dovrete far altro che appostarvi in silenzio e fissare il buio, con le orecchie tese, per sentire tra il rumore del vento che soffia tra le piante, anche lo sferragliare del carro metallico della Mata Capina. Se siete fortunati la scorgerete da lontano, mentre mimetizzata tra gli stracci raccoglie bacche ed erbe medicinali, e lì potrete avvicinarla… sempre se ne avrete il coraggio!
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